03 Feb Viaggiare senza valigie?
Pubblichiamo il resoconto dell’attività dell’Associazione l’Abilità che abbiamo sostenuto quest’anno.
Si tratta di 3 valigie, per aiutare il viaggio di famiglie che inaspettatamente si trovano di fronte alla disabilità.
Ricordo nel 2012, la conferenza stampa del progetto “in viaggio senza valigie”. Il programma era presentato mediante la metafora di un viaggiatore programmato per andare in Grecia, con, in borsa, braghette corte, un pareo, tante creme solari, la guida di Atene e il cappellino di paglia. Al momento dell’atterraggio la hostess annuncia: “Benvenuti ad Amsterdam”. Cosa vuol dire viaggiare senza valigie? Cosa vuol dire trovarsi in un luogo sconosciuto senza avere con sé le cose adatte e senza avere nessuno su cui contare?
Cosa vuol dire ricevere la notizia, forse la peggiore di tutte, che tuo figlio è nato con un “problema”, che niente sarà come hai immaginato, che tutto sarà diverso, difficile, faticoso, come appunto se ti trovassi ad affrontare un viaggio in un posto sconosciuto senza ciò che ti occorre?
Questa metafora del viaggio è facile da comprendere, perché ci si trova in questa situazione di disagio quando in famiglia arriva un bambino disabile. Nessuno dice che Amsterdam sia un brutto posto, solo che il viaggiatore non era attrezzato per l’Olanda. Non ha la guida della città, non ha l’abbigliamento giusto e forse non ha lo stato d’animo per godersi questo viaggio.
Il progetto In viaggio senza valigie, fornisce risposte concrete ai genitori dopo la prima comunicazione di disabilità del loro bambino, mettendo a disposizione assistenza psicologica alla mamma e al papà per dare voce alle loro sofferenze nascoste; consente ai genitori di avere un aiuto a casa, per superare la paura di stare con il loro bambino; d’ascolto ai fratelli e le sorelle per aiutarli a superare la paura che la loro famiglia non sarà più come prima, e a ritrovare il loro spazio. Ringraziamo l’Associazione l’Abilità per quest’attività intelligente, necessaria e preziosa.